Campanile di San Donato

Lettera di don Lorenzo Milani
San Donato 29 agosto 1949

Cara mamma,

ho avuto la tua lettera, ma forse m’ero spiegato male. Il disagio è per me non per i ragazzi che porto. Non sono contento se la mia vita non ha ogni attimo la stessa intensità. Quando son fuori casa spesso ho l’impressione che qualcuno mi chiami e finché non son tornato non sto tranquillo.

Anche quella sera che mi morì un giovane cui non avevo saputo far nulla di bene.

La gente pretende (giustamente) da noi che si sia sempre presenti alla loro tragedia. Ci vogliono magari male, ma hanno ancora una così alta stima del sacerdozio che quando arrivano col loro problema (interno o esterno che sia) non possono sentirsi dire: “ è a tavola” o “è a letto” o “ è in ferie” senza sentirsi offesi dal contrasto colla gravità (per loro) del loro problema.

Io son sereno solo quando sono sempre intonato con ogni evenienza. Cioè quando il mio pensiero o attività non stona con nulla d’altrui che possa accadere. Io smisi di fare il pittore solo per questo. Una sera Clara Foà s’interessò enormemente alle mie chiacchiere sull’arte e la mattina dopo non glie ne interessò più punto perché Checco aveva fatto un po’ di sangue dal naso.

Oggi se ci sto un po’ attento non mi succede più.

Anche stanotte l’ho passata da una mamma di 6 figlioli che muore di cancro. Per strada, come spesso accade, ho incontrato la fiumana della gente che sorte dal cine e dal ballo e dal gioco.

Mi chiamano magari allegramente ma poi si ricordano perché son fuori io e restano ghiacciati, almeno i più sensibili. E allora io mi godo il mio Dio che m’ha dato finalmente un mestiere col quale posso divertirmi tanto senza declassarmi neanche un attimo. Perché c’è da divertirsi, sai. Io partecipo con tutta l’anima e non molto meno passione dei direttamente interessati sia per tragedie di fuori che per tragedie di dentro, ma in generale sono più calmo di loro sia per la fede sia per la pratica e così ho sempre anche il tempo di tendere occhi e orecchi ai volti e alle parole per capire mentalità e mondi e questo mi vale più di tutti i cine e i teatri e i romanzi del mondo.

Stasera uno dei figlioli mentre la mamma spirava pregando, ha alzato il pugno minaccioso verso una litografia della Madonna: “Non me l’hai voluta fare la grazia!

Ricordatene eh!!” Col tono di “me la pagherai”. E dopo dicono che non c’è più fede!

[…]

E io da buon rappresentante di Gesù mi guarderò bene dal domandare a che partito sono iscritti. Dunque vedi che il mio è un buon mestiere e vedi ch’io non posso mancare […]

La settimana scorsa ho rimescolato tutta la Chiusa col primo Sciopero sacerdotale. Per fortuna è bastata la minaccia di sciopero. Cioè mi son rifiutato di dir Messa finché i ricchi proprietari del luogo non avessero sistemato una cloaca che appestava 4 inquilini e la cappella. Ne è seguito molto più di quanto non prevedessi, cioè una dimostrazione di popolo sotto le loro finestre e una solenne multa della guardia comunale. I lavori furono immediatamente fatti (da mesi li chiedevo) e così domenica ritiravo l’ordine di sciopero e dicevo melanconicamente Messa a Chiesa semivuotissima perché i più m’avevano preso in parola e erano andati a Carraia o erano restati a letto. […]

Tanti baci a te e a Elena (1).

Lorenzo

1. Sorella di Lorenzo Milani




 

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